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Il contrario della poesia by Annachiara De Pippo is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
27 nov 2011
È che mi sento brutta e sciatta
Ho paura di diventare una foca
Come una Selkie malinconica
sono una creatura senz’anima
Continuano a dirmi quanto
grande sia la volontà celeste
Insisto che questa meccanica
di precisione è opera della natura
Lingua di lava che gorgoglia sotto terra
rigurgitata a fiotti dalle profondità marine
Dio non è il mio pastore
perché io non sono una pecora
Sono tra i lupi incazzati
paganti un tributo di carne
a capi branco dal pelo spento
che azzannano carogne fetenti
L’anima la guadagnerei, sposandomi
nella più nobile tradizione borghese
Ma non lo faccio, credendolo
un diritto – come la maternità.
Invece è un’occasione negata, perché
preclusa agli amanti dello stesso sesso.
Ho ubriacato i pescatori col mio canto
per distrarli dai pericoli della corrente
e lanciato silenzi come coltelli
sulla ruota d’una fortuna maledetta.
Poi un uomo mi ha dato un cuore
e mi ha permesso di invecchiare
per trovare un giorno una scritta fatta con un dito
in un pugno di farina sparsa sul tavolo: “Vi amo!”
Sono una foca senza fianchi coi capezzoli fiammanti
D’inverno trascino il manto lungo le coste del mare gelido
In primavera lo tufferemo nelle fauci azzurreggianti
ignorando il richiamo delle vecchie cattive abitudini
La felicità è nel tempo dell’attesa,
è nel restare per sempre affamati
perché la vita ha valore solamente
se vivi per qualcosa o per qualcuno.
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