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Ormai da tempo aveva deciso che si trovava nel passaggio tra l'infanzia e la vecchiaia di un destino personale e intrasferibile, di una vita che nessuno avrebbe vissuto al posto suo, né più, né meno, né meglio, né peggio. Gli altri potevano andarsene affanculo.
20 giu 2011
Hai ragione:
non ho carezze contadine,
ma mani come passeri dei campi

Sono forbici piumate
dolciamare
scodelle di latte
in cui far colazione

Sono foglie d'agave
tentacolari
a non risparmiare
un petalo di pelle

Sono code di volpe
fruscianti
lungo pause di carne
dal collo alle cosce

Sono gazze ladre
cuor di metallo
ma curiose e miti
coi propri tesori

Sono lupe nella neve
materne
cacciatrici affamate di luna
coi musi umidi e gelati

Sono ametiste
in fuga dalle tigri
bianchi cristalli di ghiaccio
intrisi delle lacrime di Dioniso

E sono tue,
se le vuoi adesso
Sono in piedi s'un foglio
che si scrive con le unghie

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